Nella serie "Toys", Filippo Tincolini esplora il ricco universo dello stile manga, trasformando personaggi animati in una sorta di alfabeto visuale universale. Queste figure, simboli di una cultura pop globale, evocano un'eredità culturale condivisa e incarnano un'innocenza che le rende uno strumento non minaccioso per avvicinare l’arte. 

Con "Toys", Tincolini si propone di intercettare un pubblico ampio e diversificato, utilizzando l'iconografia universale dei personaggi per stabilire un legame diretto e istintivo con gli osservatori. Le sue sculture sfruttano l'empatia istintiva, attirando il pubblico con la familiarità delle forme, il loro fascino giocoso e la capacità di rivelare gusti e preferenze personali in modo sottile.

Queste opere non sono solo rappresentazioni estetiche; esse fungono da ponte tra l'arte contemporanea e la cultura pop, offrendo una riflessione più profonda sui modi in cui l'arte può influenzare e arricchire la nostra comprensione quotidiana del mondo. In "Toys", Tincolini dimostra come l'arte possa essere sia un mezzo di espressione personale sia uno strumento di connessione culturale, invitando gli spettatori a esplorare e reinterpretare la propria relazione con le immagini pop che permeano la nostra vita.